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Cosa vedere a Trieste, due giorni nella città mitteleuropea

Se siete capitati qui, state prendendo in considerazione o avete già in programma un viaggio a Trieste e vi interessa sapere cosa vedere nella città dei caffè e di molto altro. A coloro che fossero dubbiosi sulla visita rispondo subito: Trieste merita ben più di una visita e proseguendo nella lettura capirete per quali ragioni andare e ritornare nella colta Trieste.

Un giorno mi sono resa conto di essere stata a Trieste un sacco di volte: di ritorno dalla Slovenia o dalla Croazia, accompagnando mia sorella all’università, per un concerto dei Duran Duran e di Bruce Springsteen. Davvero ci ero stata in moltissime occasioni, ma sempre di corsa, per una tappa troppo breve, come succede per le città di frontiera, i luoghi di passaggio. Insomma non l’avevo mai visitata bene, vissuta come merita e dovevo porre rimedio al più presto!

Avevo passeggiato sul lungo mare, ammirato la bellissima Piazza Unità d’Italia, girato per Piazza Borsa e Cavana, ma questo è poco molto poco. Perché non avevo visto calare il tramonto dal molo Audace o sul Canal Grande o scovato ogni angolo del Borgo Teresiano, non ero entrata in tutti i suoi caffè storici, non avevo girato ore e ore con il naso all’insù ammirando gli eleganti e bellissimi palazzi dall’atmosfera mitteleuropea.

Della città natale di Saba e Svevo, che affascinò Stendhal e Kafka, che è rimasta nel cuore di Joyce, conoscevo poco. Non avevo percorso il suo itinerario letterario, visitato musei, non conoscevo la Trieste Ebraica o, quel che rimane, del suo aspetto più storico, mi mancava aver gironzolato con il naso all’insù ad ammirare l’eleganza di palazzi in stile art Nouveau, neoclassico o eclettico che a Trieste non manca, anzi vanta significativi esempi.

E quindi decido di andarci per un week end e non contenta ci torno nuovamente per altri due giorni e penso di non essere ancora soddisfatta…

Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore”,  Umberto Saba

Da sapere su Trieste

Trieste è una città che si visita facilmente, la zona centrale, quella dove si concentrano la maggior parte delle attrazioni è abbastanza circoscritta. Sara semplice girarla a piedi e farete un po’ di sport, è il posto ideale per chi vuole rassodare i glutei, data la presenza in alcune zone di salite e discese, non troppo lunghe ma un po’ pendenti.

Se non siete arrivati a Trieste in auto, per raggiungere quei luoghi che si trovano un po’ fuori dal centro, potete tranquillamente usare gli autobus.

Altra cosa importante, se la vostra visita a Trieste avviene d’inverno, preoccupatevi di verificare il meteo in modo da trovarvi preparati all’arrivo della Bora o magari, da evitarla. In caso di Bora intensa non sarà facile camminare per le vie della città e impossibile passeggiare sul lungo mare, senza il rischio di finire in acqua. D’ogni modo la Bora non è detto che sia così presente.

Io, comunque, non me ne sono mai preoccupata troppo, una volta l’ho pure incontrata, la bora. Nel mio caso però, la distanza che mi divide da Trieste non è troppa, quindi ho più occasioni di far visita alla città dei venti.

Cosa vedere a Trieste: Canal Grande

Cosa vedere a Trieste

Piazza Unità d’Italia

Già Piazza Grande è il cuore pulsante di Trieste. Una delle piazze più belle d’Europa e non solo per la sua fortunata posizione, affaccia sul mare Adriatico, ma anche per la bellezza dei palazzi che la circondano per tre lati. Edificati durante l’impero austro-ungarico sono perfettamente conservati e il loro fascino è rimasto immutato, meritano di essere ammirati il giorno e, soprattutto, la sera quando l’illuminazione ne esalta la bellezza.

Nel tempo ha cambiato più volte aspetto, del giardino dell’epoca austriaca non resta nulla, mentre il mare dell’antico mandracchio rivive nelle luci blu poste a terra. È la più grande tra le piazze europee con affaccio sul mare e, senza dubbio, una delle più belle.

Nella Piazza spicca la Fontana dei Quattro Continenti o Fontana dei Mazzoleni, risalente al 1751 quando i continenti conosciuti erano solo quattro e il monumento a Carlo VI, l’imperatore che con la dichiarazione del porto franco, favorì lo sviluppo economico di Trieste.

Piazza Unità d'Italia Trieste
Cosa vedere a Trieste: Piazza Unità d’Italia Trieste

I Palazzi di Piazza Unità d’Italia

Il primo a conquistare lo sguardo è il Palazzo del Municipio, costruito nel 1875 su progetto dell’architetto Giuseppe Bruni dalle chiare influenze austro-ungariche.

Degno di nota anche Palazzo del Governo, costruito tra il 1901 e il 1905, su progetto dall’architetto viennese Emil Artmann di ispirazione rinascimentale con influenze Secessione viennese.

Il più antico è palazzo della piazza è Palazzo Pitteri, classe 1780, vanta linee neoclassiche fuse a decorazioni del tardo barocco viennese.

Il palazzo che ospita il Caffè degli Specchi è Palazzo Stratti, in stile neoclassico, fu fatto costruire dal commerciante greco Niccolò Stratti nel 1839. Oggi di proprietà delle Assicurazioni Generali.

Altro palazzo che catturerà la vostra attenzione è il Palazzo del Lloyd Triestino, che ora ospita gli uffici della Regione Friuli Venezia Giulia. Progettato e realizzato tra il 1880 e il 1883 dall’architetto Heinrich von Ferstel per la società di navigazione Lloyd AustroUngarico.

Palazzo Vanoli, dal 1972 ospita il Grand Hotel Duchi d’Aosta e l’Harry’s. Il palazzo è stato eretto nel 1873, ma vanta una storia ancor più antica, che risale al 1300 con l’Hospitium Magnum. La facciata in stile eclettico si distingue per le decorazioni con lesene corinzie e fregi floreali, derivanti dall’originario progetto dell’architetto Eugenio Geiringer.

Vi anticipo che ho in mente un articolo di approfondimento su questi e altri palazzi di Trieste.

Cosa vedere a Trieste: La Trieste Storica

Il Molo Audace

Il Molo Audace, che si trova praticamente di fronte Piazza Unità d’Italia, misura 246 metri e nasce nel 1751 sul relitto di una nave qui affondata, la San Carlo, da cui prese il primo nome e usata come base per costruire il molo. Qui attraccò, nel 1918, la prima nave italiana, l’Audace, da cui il nome. 

Una meta molto amata dai triestini per il loro liston (passeggiata). Un luogo magico da cui ammirare un lattiginoso tramonto che colora il cielo di tinte calde dove l’arancio incontra il rosa e che tinge la città. Il panorama da qui è stupendo e spinge lo sguardo verso il Castello di Miramare.

Alla fine la bitta con la Rosa dei Venti, da qui potreste raggiungere la Lanterna, il vecchio faro di Trieste e proseguire per una passeggiata sulle rive.

La Città Vecchia

La Città Vecchia, si colloca tra i quartieri di Cavana, San Giusto e il Ghetto Ebraico. Questa era l’antica Trieste – un piccolo borgo medioevale di pescatori in perenne conflitto con Venezia -, prima di diventare la città grande voluta dall’Impero Austroungarico.

Da vedere Cavana un’ex area degradata che negli ultimi 20 anni ha subito una riqualificazione consistente tanto da diventare una delle zone più frequentate della città. Ricca di bar e locali e  negozi di alimentari. Perdetevi tra le vie laterali.

Tra i vicoli più interessanti troverete Piazzetta Trauner, che porta il nome di un’importante famiglia triestina, una piazzetta con otto case, che nel 1693 è stata la prima sede del ghetto ebraico. Fra le vie più interessanti da percorrere nella zona anche Via delle Beccherie Vecchie, Via dei Cavazzeni, Via dei Capitelli e Piazza Barbacan.

Ancora il Tempio Anglicano, i palazzi ottocenteschi dei commercianti triestini come la residenza del Barone Revoltella sede del Civico Museo e Palazzo Biserini, sede del Museo di Storia naturale e della Biblioteca Civica. Praticamente di fronte, in Piazza Hortis, trovate anche la statua di Italo Svevo, con cappello e libro in mano, mentre si reca alla Biblioteca Civica, appunto, come usava fare durante la sua vita, al pari di Saba, Slataper, Burton, Joyce e altri scrittori. La scultura è stata realizzata dal triestino Nino Spagnoli nel 2004.

La Cattedrale di San Giusto

Edificata nel XIV secolo per volontà dei triestini che volevano una cattedrale di grandi dimensioni.  Per realizzarla in economia vennero unite due chiese precedenti, riutilizzando anche resti romani, come gli stipiti del portale. Per questo motivo la facciata, dove spicca il rosone gotico trecentesco, risulta asimmetrica.

All’interno la cattedrale è davvero interessante con tracce di pavimentazioni musive del V secolo davanti al presbiterio, mentre l’abside è decorata con mosaici moderni. Gli affreschi rappresentati la vita del Santo sono risalenti al XIII secolo.

Il Castello di San Giusto 

Il Castello di San Giusto si trova sull’omonimo Colle di Trieste, dietro la Cattedrale. Domina la città di Trieste e offre un superbo panorama sul golfo di Trieste e sul Carso. Fu costruito e ampliato in più momenti tra il 1468 e il 1630.

Oggi ospita il museo negli ambienti della Casa del Capitano e offre ai visitatori la possibilità di ammirare la cappella di San Giorgio, costruita in epoca tardogotica, la Sala Veneta e una ricca collezione di armi risalenti tra il XII e il XIX secolo. Nel Bastione Lalio è ospitato inoltre il Lapidario Tergestino.

D’estate diventa il palcoscenico di spettacoli e concerti all’aperto.

L’Arco di Riccardo

È una delle porte della città romana, legato, secondo leggenda, alla figura di Riccardo Cuori di Leone che, tornato dalla Terra Santa, sarebbe stato tenuto prigioniero proprio a Trieste. Costruito nel I sec. d.C. come via per l’area monumentale del Colle di San Giusto, vi passava il cosiddetto Vicolo del trionfo. Nei primi anno del 1900 arteria di una zona popolare di osterie e ritrovi amati da James Joyce. Tutt’ora nella zona molti locali.

Arco di Riccardo
Arco di Riccardo

Il Teatro Romano

Costruito nel I secolo d.C. fuori dalle mura, in un’area che all’epoca si trovava in riva al mare, poteva ospitare più di 6.000 spettatori. Nel Medioevo viene nascosto dalle abitazioni che sorgono su di esso, viene riportato alla luce e restaurato nel 1938. Oggi, dopo 2.000 anni, ospita spettacoli ed eventi artistici.

Piazza Borsa

Piazza dinamica e vivace, nella quale troviamo Palazzo Tergesteo, una delle sedi dell’attività finanziaria di Trieste. Qui Svevo lavorò nella filiale triestina della Unionbank di Vienna e ambienterà parte de La coscienza di Zeno.

In Piazza della Borsa da notare l’edificio in stile Liberty che viene chiamato popolarmente Casa Verde, costruita nel 1905. Casa Bartoli è caratterizzata dalle decorazioni a cascata di motivi naturalistici e da bellissime terrazze di ferro dipinte di verde. Poco oltre (verso Piazza Unità) c’è il varco della Portizza, una delle antiche entrate del Ghetto Ebraico, da qui potete proseguire in Via Beccherie e poi verso Cavana.

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Piazza della Borsa
Piazza della Borsa

Borgo Teresiano, Canal Grande

A lato di Piazza Borsa si estende Borgo Teresiano con interessanti palazzi, quindi puntiamo lo sguardo un po’ sotto le nuvole. Troviamo il Canal Grande con le barchette a galla, molte o poche a seconda della stagione, con la Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo a fare da sfondo, è uno dei punti più belli della città che aveva conquistato anche James Joyce.

Collocata sul ponte di Via Roma, troviamo infatti la statua dello scrittore irlandese arrivato a Trieste nel 1904 con la sua compagna Nora. La coppia che cambiava spesso dimora – pare non pagasse l’affitto – per un breve periodo ha vissuto anche in Piazza Ponterosso al terzo piano del palazzo che ora ospita l’omonimo caffè. La statua di Nino Spagnoli è stata collocata qui nel 2004.

Dando le spalle alla Chiesa, quindi con lo sguardo verso il mare troviamo sul lato destro: la Chiesa Serbo Ortodossa di San Spiridione la più importante d’Italia, a croce greca con richiami allo stile neobizantino. Sul lato sinistro troviamo il bellissimo Palazzo Gopcevich, sede del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”.

In piazza del Ponterosso una recentissima installazione dedicata all’imperatrice Maria Teresa, da cui il borgo prende il nome, il “Maria Theresia Taler”. Il tallero di Maria Teresa è la moneta che iniziò a circolare nel 1780 e venne utilizzata nei commerci internazionali per più di cento anni, conosciuta ben oltre i confini asburgici. Il tallero di Maria Teresa ritrae il busto dell’imperatrice di profilo, in versione matura, raffigurando l’immagine che la popolazione del posto aveva dell’imperatrice.

Cosa vedere a Trieste: La Trieste Ebraica

Storia Ebraica a Trieste

La presenza della comunità ebraica a Trieste ha origini molto antiche, il primo documento ufficiale è un atto notarile del 1236. Nel Trecento si intensifica la presenza di ebrei tedeschi. Fra il Trecento e il Quattrocento la comunità ebraica cresce grazie alla presenza di profughi provenienti dalle persecuzioni razziali a Roma e in Germania.

Nel Cinquecento, quando gli ebrei di tutta Europa vivono un periodo difficile di persecuzioni, gli ebrei triestini vivono una situazione completamente diversa, hanno infatti diritti speciali. Questa situazione continua anche tra Seicento e Settecento grazie al buon rapporto tra gli ebrei triestini e gli Asburgo.

Il periodo più buio degli ebrei triestini arriva durante il Fascismo con l’emanazione delle leggi razziali. Nel 1943 e 1944 ci sono stati dei frequenti rastrellamenti da parte dei militari nazisti e nel febbraio del 1944 molti ebrei vengono rinchiusi nel lager di Risiera di San Sabba, prima di essere deportati ad Auschwitz.

Il ghetto ebraico

Il primo ghetto risale al 1693 e venne istituito da Leopoldo I d’Asburgo nell’area di corte Trauner, considerata zona periferica. Il Ghetto ebraico triestino fu trasferito poi nel 1696, dopo un periodo scontri con le autorità, nell’area di Riborgo, vicino Piazza dell’Unità, chiuso da alte mura con tre entrate: Beccherie, Riborgo e Piazza Rosari. Un’area molto importante per il commercio in quanto vicino al porto e per gli ebrei stessi che erano soprattutto commercianti e, molti di loro, fornitori della corte asburgica. Ragione per cui la comunità ebraica ha potuto vivere meglio rispetto a ghetti di altre città. Nel 1785, fra i miglioramenti per gli ebrei di Trieste, vennero abbattute le porte del ghetto.

Resta poco del ghetto originario in quanto la Città Vecchia è stata sventrata e le due sinagoghe demolite, nella prima metà del Novecento. Nel 1931 nel ghetto di Trieste vivevano ben 5025 per arrivare a 6000 presenze nel 1938. A guerra finita, nel 1945, rimasero a Trieste solo 2300 Ebrei, oggi la comunità ebraica conta circa 700 membri.

Attraverso la Portizza, che collega Piazza della Borsa con Via Beccherie, uno degli accessi all’ex Ghetto rimasti, vi addentrerete in una zona interessante tutta da scoprire, ricca di botteghe artigiane, negozi di collezionismo e antiquariato, libri usati e abiti vintage. E qualcuno di questi è anche diventato un locale, perché non mancano nella zona i posti dove bere e mangiare e di anno in anno le vie si riempiono di tavolini all’aperto.

Il Museo della Comunità ebraica “Carlo e Vera Wagner”

Il museo nato nel 1993 è composto di 5 sale attraverso le quali si racconta la storia della comunità ebraica di Trieste, dal Medioevo ai giorni nostri toccando l’aspetto storico, la cultura, la religione e la Shoa.

Il museo si trova in un antico edifico dove, tra Settecento e Ottocento, c’era l’ospedale israelitico e in seguito, all’inizio del Novecento, l’Agenzia Ebraica che assisteva e ospitava gli immigrati provenienti dall’Europa centrale e dell’est, che volevano salpare per la Terra Promessa. Trieste era una tappa obbligata per chi scappata, ai quei tempi era la Porta di Sion.

La visita al Museo costa 5,00 euro. Il museo si trova in Via Monte 5/7, una delle vie che sale sul Colle di San Giusto.

La Libreria Antiquaria Umberto Saba

La libreria del celebre poeta si trova in via San Nicolò n. 30, nel cuore della Trieste storica. Nell’“antro oscuro”, come lo definì Saba, sono passati grandi intellettuali del passato e del presente, tra gli habitué Joyce, Svevo, Stuparich, Scipio Slataper e Virgilio Giotti e Claudio Magris.

Nei pochi metri quadrati libri ovunque: negli scaffali alle pareti, ma anche nei tavoli e nei mobili antichi pile di libri in apparente disordine ma che emanano grande fascino, molti i testi datati. Appoggiato su un mobile un quadro che ritrae il negozio dall’esterno e la riproduzione del famoso ritratto a Saba fatto dal pittore triestino Bolaffio. Su un bancone lungo la parete, fra i libri, c’è la macchina da scrivere usata da Saba. C’è anche un’altra stanza, vietata ai clienti/visitatori, salvo quelli abituali.

A pochi passi dalla Liberia, in Via Dante Alighieri di fronte il negozio Coin, trovare la statua di Umberto Saba. Il poeta triestino al secolo Umberto Poli (1883-1957) è nato a Trieste da madre ebrea e padre convertito. La scultura di Nino Spagnoli è del 2004.

La Sinagoga di Trieste

L’attuale sinagoga costruita, fra il 1908 e il 1912, andò a sostituire le quattro sinagoghe diventate piccole. Il tempio è uno dei più grandi d’Europa.

La struttura ricorda lo stile orientaleggiante: bifore, colonne, cupole sono di ispirazione mediorientale. Sono presenti simboli ebraici stilizzati, gli intagli nei rosoni che formano la stella di David. L’interno è un mix di diversi stili, lo spazio è arioso e luminoso, quattro maestose colonne al centro sostengono la cupola decorata con lampadari, scritte sacre e decorazioni varie. Il pavimento è in mosaico bianco e nero.

La sinagoga è visitabile solo con visita guidata, vi consiglio di verificare sui siti o di contattare la Comunità Ebraica.

Cimitero Israelitico

Il Cimitero ebraico si trova di fianco al Cimitero Monumentale di Sant’Anna, in Via della Pace. Il cimitero venne costruito dalla città di Trieste intorno alla metà dell’Ottocento e andò a sostituire quello di Via del Monte utilizzato, sin dal 1446, che nel tempo era diventato insufficiente. Nel 1909, fu invece la comunità ebraica a occuparsi della traslazione di quasi 2400 salme dal vecchio cimitero, in quanto l’area su cui insisteva era destinata a diventare un parco pubblico.

Una volta varcato l’arco di pietra con la scritta Cimitero Israelitico, entrerete tra la fitta vegetazione in quella che sembra quasi una foresta. Lungo i sentieri, coperte dalla vegetazione e dal muschio, lapidi e tombe con incisi nomi e cognomi di origine ebraica. Questo spazio sacro raccoglie le tombe antiche trasferite dal vecchio cimitero che si mescolano a monumenti funebri del tardo ottocento simbolo del prestigio delle grandi famiglie di comunità ebraica.

La Risiera di San Sabba

La Risiera di San Sabba, apre i battenti nel 1898 come risiera appunto, fino al 1913 mantiene la destinazione produttiva benché venga diversificata più volte, infine abbandonata tra gli anni venti e trenta. In seguito, sempre nel corso degli anni Trenta il Regio esercito italiano la adibiva a edificio militare.

Dopo l’8 settembre 1943, venne usata dalle milizie tedesche come carcere militare per i dissidenti e poi come Polizeihaftlager ovvero campo di detenzione e polizia, nonché per il transito o l’uccisione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici ed ebrei. A San Sabba, non arrivarono solo prigionieri destinati ad essere uccisi o deportati, ma vennero imprigionati anche diversi civili catturati nei rastrellamenti o destinati ai lavori forzati.

In base a testimonianze si stima che le vittime siano state tra le 3000 e le 5000. La loro fine avveniva con fucilazione, con un colpo di mazza alla nuca, impiccate o avvelenate con i gas di scarico di furgoni adibiti a tale uso. Del lager faceva parte un forno crematorio rudimentale, utilizzato per bruciare i cadaveri.

Nel 1965 la risiera è stata dichiarata monumento nazionale e dal 1975 è un museo civico. La Risiera di San Sabba è uno dei quattro campi concentramento in Italia, l’unico con un forno crematorio.

Per capire meglio la storia che ci ha preceduti è sicuramente un luogo da visitare, che lascia senza parole, senza fiato. La visita sarà intensa e provante, da non prendere alla leggera.

L’ingresso alla Risiera di San Sabba è gratuito. Si raggiunge con il bus n. 10 da Piazza Goldoni.

La Risiera di San Sabba
La Risiera di San Sabba

Cosa vedere a Trieste: I Musei

Musei letterari

Trieste in quanto città particolarmente legata alla letteratura, per aver dato i natali e ospitato celebri autori tra i quali Umberto Saba, Italo Svevo, James Joyce e Fulvio Tomizza, non può non avere un museo dedicato, più di uno per la verità.

Seguendo l’itinerario letterario della città, è possibile visitare alcuni musei davvero interessanti:

Museo Sveviano, Joyce

James Joyce e Italo Svevo sono stati amici e forse per questo condividono il museo. Sono due sezioni collegate tra loro.

La sezione dedicata a James Joyce, realizzata grazie a una generosa donazione di Dominic Martin, è volta a promuovere e a raccontare, attraverso video, documenti, ecc. lo scrittore, le sue opere e il legame con Trieste, negli 11 anni in cui Joyce ha ci ha vissuto.

Il Museo Sveviano, ripercorre la vita dello scrittore attraverso fotografie e oggetti, tra i quali il violino, la libreria di Svevo. Stesure, prime edizioni e molto altro.

Si trovano, al secondo piano della Biblioteca Civica “Attilio Hortis”, in Via Madonna del Mare 13 L’ingresso è libero, visite guidate a pagamento 4,00 euro.

Museo Petrarchesco Piccolomineo

Raccoglie la collezione che il Conte Domenico Rossetti de’Scander ha lasciato alla città di Trieste nel 1842, inerente i libri e le opere d’arte dello scrittore Francesco Petrarca e il futuro Papa Pio II, ovvero Enea Silvio Piccolomini, che dal 1447 al 1450 è stato Vescovo di Trieste.

La collezione si trova al terzo piano della Biblioteca Civica “Attilio Hortis”.

Il palazzo, già carcere in epoca asburgica e poi caserma, ospita oggi anche la sede temporanea della Biblioteca Civica Hortis con l’Archivio Diplomatico che conserva i documenti più antichi della città, la documentazione del processo per l’omicidio di Winckelmann.

Civico Museo di Storia Naturale

Aperto nel 1846 dal commerciante svizzero Enrico Koch è uno dei musei più antichi d’Italia. Raccoglie quattro milioni di reperti e tre pezzi unici; il dinosauro Antonio, il più grande e il più completo conservato in tutta Europa; lo squalo Carlotta, il più grande squalo carnivoro conservato al mondo; e la mandibola di Lonche che è primo esempio di otturazione dentale della storia dell’uomo, fatta 6.500 anni fa.

Via dei Tominz, 4 – ingresso 4,00 euro.

Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” e Orto Lapidario 

È un museo dedicato alla cultura e all’arte antica con reperti preistorici dell’antica Grecia, di Epoca romana e preistorica. È possibile accedere all’orto lapidario e fare una passeggiata anche senza visitare il museo, se visitate la Cattedrale, fatelo, è lì, comodo.

Si trova in Piazza della Cattedrale, 1. Entrata libera.

Civico Orto Botanico

L’Orto Botanico con il Bosco Biasoletto e del Farneto, fa parte dei Civici Musei Scientifici. L’esposizione comprende diverse collezioni di piante suddivise in più zone a scopo didattico e ricreativo.

Il Civico Orto Botanico si ripropone inoltre della coltivazione, riproduzione e conservazione di molte varietà, tra le altre, piante officinali, tessili, palustri, flora spontanea del Carso e molto altro. L’orto è l’habitat perfetto per alcune specie di animali, che possono essere osservate, grazie ad alcune telecamere collocate nel giardino.

Si trova in Via Carlo De Marchesetti, 2. Ingresso libero. Verificare aperture e orari sul sito.

Museo Revoltella

Una galleria d’arte moderna, nata per volere del barone Pasquale Revoltella che ha donato alla città il suo palazzo con gli arredi, la biblioteca e le collezioni d’arte – che già da solo merita la visita – in seguito accresciute con opportuni acquisti e oggi valorizzate anche grazie al progetto di ampliamento di Carlo Scarpa. Si trova nel cuore di Trieste a due passi dal mare.

Una galleria su circa quattro mila metri quadrati di esposizione, sono trecentocinquanta opere di pittura e scultura distribuite sui sei piani. Nelle sue sale trovate opere di Fattori, De Nittis, von Stuck, Sironi, Carrà, de Chirico e, in questo periodo, febbraio 2023 e fino al 10 aprile 2023, la mostra I Macchiaioli, un corpus di oltre 80 opere altamente significative del movimento.

Si trova in Via Diaz, 27 ed è aperto tutti i giorni tranne il martedì, dalle 9 alle 19, la biglietteria chiude alle 18.00, Ingresso 7,00 euro

Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl – Palazzo Gopcevich

Si trova all’interno dello splendido Palazzo Gopcevich e racconta la storia del teatro e della musica a Trieste dal Settecento a oggi, attraverso locandine, manifesti, foto, dipinti, costumi e gioielli di scena, strumenti musicali e manoscritti. Il museo custodisce inoltre l’archivio personale del registra Giorgio Strehler. 

Via Rossini, 4 ed aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 17. Ingresso 4,00 euro.

Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl - Palazzo Gopcevich
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl – Palazzo Gopcevich

Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa

Il Museo postale e telegrafico della Mitteleuropea si trova in un’ala del maestoso Palazzo delle Poste, opera in stile eclettico del 1894 del viennese Friedrich Selz. Al piano terra è situato il Museo Postale e telegrafico della Mitteleuropa, unico nel suo genere in Italia. Il museo racconta l’evoluzione del servizio postale dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri, attraverso modulistica, documenti, apparecchiature ed attrezzature telegrafiche, cartografia postale, la posta militare, che presenta l’attrezzatura completa di un ufficio postale da campo.

Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto, 1. Ingresso gratuito.

Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa

Cosa vedere a Trieste: i caffè storici

Trieste ha un legame indissolubile con la polvere nera tanto da renderla la città del caffè! Non a caso la bevanda più diffusa al mondo, nella capitale italiana del caffè, non è una semplice bevanda ma un pezzo dell’anima della città. 

I caffè triestini non solo offrono da sempre gli avventori un riparo dalla bora – quel vento freddo che mette a dura prova -, ma hanno giocato, sin dalla loro nascita, un ruolo importante per la diffusione di cultura e libero pensiero. I salotti di ritrovo dei triestini nell’ex città asburgica erano infatti i caffè, lì si incontravano per scambiare opinioni. La diffusione dei caffè si è sviluppata di pari passo con la cultura, James Joyce, Umberto Saba, Italo Svevo, Stendhal, Kafka e molti altri si sono seduti ai tavoli degli antichi caffè triestini.

L’importanza del caffè è tale poi da avere un dizionario dedicato, se volete ordinare un caffè come un vero triestino dovete sapere che qui esiste un lessico in codice: L’espresso è un nero; il caffè macchiato si chiama un capo; il caffè macchiato in bicchiere di vetro: un capo in b; il caffè con una goccia di schiuma: un goccia e il cappuccino si chiama caffèlatte.

Quindi non vi resta che entrare, ordinare e mentre assaporate chiudere gli occhi e immaginare di avere accanto a voi Joyce o Saba o Svevo o Kafka. Ma vediamo quali meritano la visita:

Caffè degli Specchi

Il Caffè degli Specchi apre i battenti nel 1839, al piano terra di Palazzo Stratti, di proprietà delle Assicurazioni Generali e vanta un posizione di prestigio, si trova infatti nella bellissima Piazza Unità d’Italia – al tempo Piazza Grande -, un capolavoro con affaccio sull’Adriatico.

Da sempre considerato il salotto di Trieste, è stato il luogo di ritrovo di commercianti e intellettuali quali Joyce, a Trieste dal 1905 per insegnare inglese alla Berlitz School, e anche di Kafka all’epoca lo scrittore boemo era un impiegato presso le Assicurazioni Generali. 

L’esperienza di bere un nero o un capo in b al vivace banco, come un vero triestino, va fatta!

CAffè degli Specchi Trieste
Caffè degli Specchi Trieste

Antico Caffè Tommaseo

Il più antico caffè di Trieste è ospitato in un palazzo edificato nel 1924, dove nel 1830 il padovano Tomaso Marcato diede vita al Caffè Tomaso.

Luogo d’incontro di commercianti, artisti, intellettuali, tra i clienti più noti:  gli scrittori triestini Umberto Saba e Italo Svevo, quest’ultimo qui scrisse alcune opere e Claudio Magris la sua opera più famosa Danubio.

Un luogo elegante e rilassante dove bere un caffè leggendo il giornale in tutta calma e fu il primo locale a vendere il gelato a Trieste. Ancora oggi l’atmosfera di tranquillità nelle salette si respira tutta e oltre a un buon caffè è possibile bere anche un calice di vino di ottimo livello.

Caffè Tommaseo di Trieste
Antico Caffè Tommaseo Trieste

Antico Caffè Torinese

Classe 1919, il locale ancora oggi mantiene l’originale bancone in stile Liberty – pare sia certificata la storicità dell’arredamento – ed è illuminato da uno scenografico lampadario in cristallo. 

Benché mantenga la sua antica atmosfera, ha assunto nella proposta una veste più contemporanea, oltre alla caffetteria, vi accoglie dall’aperitivo al dopo cena, con una vasta scelta di distillati, cocktail e drink e non manca il buon vino. 

Antico Caffè Torinese Trieste
Antico Caffè Torinese Trieste

Caffè San Marco

Questo storico e importante caffè dalla storia travagliata, si trova al civico 18 di Via Battisti, un po’ fuori dalla zona centrale, comunque raggiungibile a piedi.

L’arredo e le decorazioni sono di chiara ispirazione Secessione Viennese: il lungo bancone in legno intarsiato come tutto il mobilio in mogano scuro, i tavolini con piano in marmo e base in ghisa.

Oggi il locale vive una seconda vita come con al suo interno una libreria, in modo da riportare tra queste mure, in qualche modo, l’antica tradizione culturale che contraddistingue l’intera città, rappresentata un tempo dai suoi avventori più assidui quali: Italo Svevo e Joyce, si sono seduti a questi tavoli anche Umberto Saba, Gianni Stuparich.

La Bomboniera

La Bomboniera è una piccola pasticceria, aperta nel 1836 in Via XXX Ottobre, dalla famiglia Eppinger, che l’ha recentemente venduta. Una “bomboniera” in stile liberty austro-ungarico con gli originali arredi del tempo. Bellissima!

Oltre ai dolci triestini, vengono ancora oggi prodotti i dolci della tradizione austro-ungarica: la Pischinger, la Sacher, la Linzer, la Dobos, la Rigojansci. Concedetevi un pasticcino o una fetta di torta.

La Bomboniera, Il Caffè degli Specchi e il Caffè Tommaseo, hanno un unico proprietario: Giuseppe Faggiotto, storico titolare di Peratoner, nei suoi caffè il nero, il capo, il capo in b, al banco costano 1,00 euro.

Ph @instagram Pasticceria La Bomboniera
Ph @instagram Pasticceria La Bomboniera

Caffè Pasticceria Pirona

Questa pasticceria in stile liberty è stata aperta nel 1900. Il suo fascino è pressoché immutato sono infatti ancora presenti all’interno dei locali l’arredamento in ciliegio, i pregiati ottoni. Si trova in Largo Barriera Vecchia, appena fuori dalla zona pedonale e comunque raggiungibile con pochi minuti di passeggiata.

Sin dalla sua apertura è frequenta da nobili, borghesi e da intellettuali gli immancabili Saba e Svevo. Pare che  Joyce, abbia dato vita alla sua opera “Ulysses” proprio all’interno di queste mura. De resto io ho alloggiato in un appartamento a 50 metri di distanza dove aveva vissuto Joyce, è quindi più che plausibile.

Fermatevi per la pausa caffè e nell’ammirarla gustate le deliziose praline di cioccolato.

Se vuoi approfondire la storia dei caffè storici di trieste leggi questo post

Pasticceria Pirona
Pasticceria Pirona

Se volete piena autonomia la Fermata del Viandante è la soluzione che fa per voi, appartamenti più o meno grandi, con cucina, in un palazzo storico dove ha vissuto James Joyce. Gli host Gabriele e Carolina gentilissimi e disponibilissimi per ogni suggerimento. Si trova in Corso Umberto Saba a due passi da Piazza Goldoni e 10 minuti a piedi da Piazza della Borsa e tutta la zona centrale.

Nella zona molte molti negozi, il supermercato Coop, a 200 metri la storica Pasticceria Pirona, uno dei migliori Buffet della città L’Approdo.

Dove mangiare a Trieste? Andate a intuito, potete stare tranquilli, c’è di tutto e di buon livello: osterie, trattorie, ristoranti, i famosi buffet triestini, gastronomie dove mangiare sul posto e bere l’aperitivo, l’offerta è varia e ricca. Comunque sulla cucina e sui locali di Trieste magari vi scrivo un post. 

Concludo dicendovi: